Trattamenti antibatterici di prodotti tessili
L’argomento antibatterici su prodotti tessili è innovativo, molto interessante e nel contempo relativamente poco noto. Apprendere alcuni aspetti può consentirti di conferire un valore aggiunto fondamentale al tuo prodotto, per renderlo unico e diverso dalla concorrenza, oltre che decisamente interessante agli occhi della tua clientela.
In questo primo articolo introduttivo troverai principi e qualche idea per prodotti tessili antibatterici.
Trattamenti, norme e misurazioni di antibattericità li puoi trovare in quest’altro articolo.
Pronto? Buona lettura!
(Rev. 04 del 01/07/2021. Prima pubblicazione: 19/09/2018)
Perché fare un prodotto antibatterico
Dal punto di vista dei batteri, i prodotti tessili in particolare sono ottime sedi per per prendere casa e riprodursi, soprattutto se l’ambiente è particolarmente favorevole, come una buona umidità, 37°C di temperatura e una fonte di nutrimento.
L’abbigliamento intimo è un habitat ideale, soprattutto quando si tende a sudare, così come tute e capi per lo sport, ma anche calze e interno calzature.
In questi casi la proliferazione batterica è notevole, con formazione di di odori sgradevoli, compromissione dell’igiene e, in certi casi, anche rischio di alcune patologie.
Antibatterici: cosa accade quando sudiamo
Tutti sudano, chi più, chi meno, ma il sudore non ha odore. E’ costituito da una soluzione acquosa molto diluita di sali minerali (ioni sodio, potassio e cloruro) e tracce di urea e cresoli (isomeri del metil-fenolo) il cui odore non è percepibile. Nessuno dovrebbe sviluppare odori sgradevoli perchè suda, ma sappiamo che non è così. Perché?
Il cattivo odore si forma per i batteri che prolificano. L’ambiente è ideale per la loro vita e attività riproduttiva; e i batteri sono molto attivi… alcuni raddoppiano di numero ogni 20 minuti!
Molti muoiono e tantissimi ne nascono: il saldo fra nati e morti è altamente positivo, sicché il loro numero aumenta spaventosamente in progressione esponenziale. Non solo i batteri morti provocano odore sgradevole, ma anche quelli vivi con il loro metabolismo, trasformando alcune molecole organiche in sostanze maleodoranti.
L’odore aumenta con la crescita batterica esponenziale: da assai ridotto all’inizio di una attività fisica fino ad essere talvolta insopportabile dopo svariate ore.
Come si limita questo inconveniente? Il metodo c’è: basta usare un deodorante!
(se ti interessa una trattazione approfondita sul sudore e sul suo odore, puoi leggere qui).
Antibatterici: come funziona un deodorante?
Per inibire la formazione di odori sgradevoli di sudore basta inibire l’attività fermentativa dei batteri ed eventualmente mascherare l’odore delle molecole volatili con una profumazione gradevole.
Questo si fa con il comune deodorante, costituito sostanzialmente da un batteriostatico più un profumo. Il profumo dipende dalla marca, ma il batteriostatico è il vero artefice dell’effetto e, solitamente, non ha odore.
Che significa “batteriostatico” e perché funziona?
Da Wikipedia: “Un agente batteriostatico è un (…) agente antimicrobico (…) in grado di inibire o limitare la replicazione batterica senza uccidere il microorganismo. L’utilizzo di questi antimicrobici viene fatto per limitare una infezione batterica, ma non per eliminarla“. Questo significa che il deodorante è proprio quel che serve, cioè impedisce che i batteri aumentino di numero, senza tuttavia ridurne la quantità presente. Meno batteri si moltiplicano, meno microrganismi hanno attività metaboliche, meno ne muoiono, meno odore sgradevole si genera!
Sostanzialmente, con il deodorante i batteri non crescono più esponenzialmente: il loro numero tende a restare costante.
Quindi, basta lavarsi (cosa che riduce il numero di batteri presenti) e mettere il deodorante, e i pochi batteri presenti non aumentano di numero: rimaniamo freschi e senza odori anche se sudiamo.
Quindi, il deodorante funziona non perché è profumato, ma perchè ci cospargiamo con un batteriostatico che limita la crescita batterica. Il profumo è solo un fatto “estetico”…
Una curiosità
Differenza fra “batteriostatico” e “battericida”
Il batteriostatico (come il deodorante) fa sì che il numero di batteri non cresca. Il battericida riduce il numero di batteri (eventualmente fino a sopprimerli tutti). I deodoranti devono essere batteriostatici: l’azione battericida è infatti riservata ai disinfettanti e agli antibiotici, ma non ai deodoranti.
Idea 1. Antibatterici contro il Covid-19
La recente pandemia ha elevato la nostra sensibilità nei confronti dei germi patogeni e dei virus.
Disporre di abbigliamento e accessori tessili o d’altro genere che siano antibatterici è già una garanzia di igiene e di sanitizzazione. Si aggiunge poi che molti antibatterici riducono drasticamente il tempo di attività dei virus con cui vengono a contatto.
Non occorre quindi dilungarsi nello spiegare per quali ragioni può essere utile trattare antibatterico na pluralità di oggetti di uso comune.
La nostra azienda tratta antibatterico una molteplicità di substrati, tessili, ma anche cosmetici, tecnici, plastici, ecc.
Se pensi a un trattamento per un tuo prodotto, scrivi (info@sandroni.it) o telefona allo 0331 633298 ed esponi la tua idea.
Se vuoi sapere quanto persiste il Coronavirus su vari substrati, allora leggi questo articolo.
Idea 2. Antibatterici per lo sport
Fare sport comporta notevole incremento di traspirazione, con sudorazione particolarmente rilevante. I capi a contatto con la pelle si intridono di sudore e generano odori spesso sgradevoli.
T-shirt da running, sottotuta da scherma e da motociclismo, abbigliamento per ciclismo e via dicendo: sono molte le discipline che comportano sudorazione.
La generazione di cattivi odori non avviene solo con l’indosso: prosegue anche dopo l’uso dell’abbigliamento, quando il capo rimane nella sacca, o nel cesto della biancheria prima di finire in lavatrice.
Se vogliamo evitare questi odori poco piacevoli, e non correre a lavare gli indumenti appena rientrati a casa, una buona idea è un trattamento antibatterico sul dei capi. Il trattamento è come un deodorante permanente applicato sul tessuto.
Idea 3. Antibatterici per uso medico, dentistico, alimentare
Altro caso di interesse sono i camici e l’abbigliamento da lavoro e, in alcuni casi, l’abbigliamento intimo per determinate categorie professionali. Esempio:
– camici e abbigliamento intimo per medici, infermieri, dentisti, assistenti, operatori sanitari;
– abbigliamento da lavoro di personale per farmacie, cosmetica, centri estetici e diagnostici
– abbigliamento del personale a contatto con alimenti
Camici dei medici ospedalieri e abbigliamento di personale a contatto con la gente sono particolarmente soggetti a sviluppo batterico talvolta ingente. Visitare pazienti, frequentare corsie, corridoi, studi e ambienti comuni, comporta notevole contaminazione da parte di agenti spesso patogeni. I camici dei medici sono sterilizzati, ma dopo pochi giorni la carica batterica diventa rilevante: ciò può generare infezioni nosocomiali anche gravi. IUn trattamento antibatterico opportuno, resistente a lavaggi multipli ed efficace contro batteri Gram+ e Gram- è di grande utilità.
Una problematica simile si pone per personale a contatto con farmaci, alimenti, preparazioni alimentari, studi dentistici, estetici, farmacisti, laboratori di analisi, ma anche banchi di vendita di carni, formaggi e cibi sfusi in genere.
Sono casi in cui la garanzia di un abbigliamento igienico e sanitizzato, privo di crescita batterica, fa la differenza.
Idea 4. Antibatterici per neonati e anziani
E’ una buona idea garantire alla prima infanzia prodotti tessili asettici, così da evitare germi patogeni su tessuti a contatto con il bimbo, ma anche per assicurare igiene compromessa da saliva, residui alimentari e liquidi organici. Prodotti tessili trattati antibatterici possono offrire questa garanzia ed accrescere l’igiene del bimbo. Esistono trattamenti antibatterici assolutamente non pericolosi anche per neonati.
Anche gli anziani traggono giovamento dai prodotti tessili antibatterici. L’abbigliamento intimo e quello da letto per chi è costretto a passarvi molte ore: indumenti che vanno a contatto con liquidi organici o con la pelle del paziente allettato che, trattati con antibatterici, possono prevenire l’insorgenza di infezioni e patologie.
Idea 5. Calze, calzature, borse, cucce, pochettes antibatterici…
La gamma delle possibili applicazioni è molto ampia e un trattamento antibatterico porta sempre reale vantaggio all’utilizzatore, oltre che costituire indiscutibile ed apprezzabile innovazione.
Ecco altri esempi:
- Antibatterico per interno calzature: mantiene l’igiene del piede ed evita la formazione di cattivi odori
- Antibatterico per calze da uomo e donna: mantiene l’igiene del piede ed evita la formazione di cattivi odori
- Interno borse e borsette antibatterico: crea un ambiente igienizzato in cui riporre chiavi, cellulare, fazzolettino e oggetti con carica batterica
- ed ancora: interno di custodie per occhiali, cucce per piccoli animali, particolari tessili di accessori tessili come braccialetti, pochettes, fazzolettini, ecc.
La tua fantasia unita alla tecnologia tessile innovativa può produrre nuovi oggetti che incontrano il favore degli utilizzatori e possono essere di grande interess per marchi e brand famosi.
Trattamenti, norme e misurazioni di antibattericità: puoi approfondire nella parte 2, in quest’altro articolo.
Buon lavoro!
(Rev.04 – giu. 2021)
Buon giorno !
Potrebbe essere una soluzione anche per chi è allergico agli acari ? Grazie mille !
Buongiorno.
Si può dire che trattamenti antibatterici di prodotti tessili hanno attività “indiretta” contro gli acari. Ciò significa che l’attività antibatterica del manufatto tessile riduce (o eleimina) microrganismi di cui gli acari si nutrono: Venendo meno tutta, o parte del loro nutrimento, gli acari hanno maggiori difficoltà di sopravvivenza e riproduzione. Si può quindi concludere che i trattamenti antibatterici di prodotti tessili offrono un contributo al problema delle allergie agli acari, pur non essendo risolutivi, in quanto questi trattamenti non hanno alcun effetto diretto di tipo acaricida.