Le tendenze moda per il 2019 propongono abiti e accessori dai colori fluo
In questo post troverai risposte elementari ad alcune domande, come:
– dove nascono i colori e perché alcuni sono fluorescenti?
– quali differenze ci sono fra colori brillanti e fluorescenti?
– quali tinture, stampe e tinto in capo posso fare fluo?
Buona lettura!
Dove nascono i colori?
La prima domanda semplice è la seguente: perché vediamo di colore verde una foglia?
La risposta è altrettanto semplice, ma non banale. Serve per capire i fluo.
Il sole emette grandi quantità di radiazioni differenti: quelle che ci interessano vanno dall’infrarosso (raggi calorifici) fino all’ultravioletto (raggi che abbronzano, ma che non vediamo). Fra questi due estremi vi sono le radiazioni corrispondenti a tutti i colori dell’arcobaleno (clicca per approfondire).
Quando ai nostri occhi giungono tutte insieme queste radiazioni, noi diciamo di vedere “luce bianca”.
Perché vediamo la foglia nel colore verde? Semplice, perché la foglia assorbe tutte le radiazioni luminose, corrispondenti a tutti i colori dell’arcobaleno, ad eccezione della radiazione verde, che la foglia “non gradisce” e quindi la riflette. Il mondo dei colori è talvolta sorprendente! (link ai colori un po’ monelli…).
Lo stesso discorso vale per un abito giallo. Il tessuto assorbe tutte le radiazioni colorate, compresi infrarosso e ultravioletto, ad eccezione della radiazione gialla che viene riflessa e giunge ai nostri occhi.
Perché alcuni colori sono fluorescenti?
Di abiti gialli ne esistono di tante sfumature differenti, ma l’abito giallo fluo è stato tinto con un particolare colorante, dotato di una proprietà speciale che gli altri coloranti gialli non possiedono.
Il colorante dell’abito fluo assorbe tutte le radiazioni luminose emesse dal sole e, come abbiamo visto, riflette solo le radiazioni gialle.
Ma il colorante fluo ha un comportamento speciale! Tutti i coloranti assorbono anche le radiazioni ultraviolette, ma quel colorante fluo è in grado di trasformare in radiazioni gialle le radiazioni ultraviolette che riceve!
Quello che giunge ai nostri occhi non solo è la componente gialla contenuta nella luce bianca: c’è un “extra“ in più di giallo, costituito dal contenuto di ultravioletto catturato, trasformato dal colorante fluo e riemesso come giallo! Questa proprietà speciale del colorante fluo fa sì che il colore che vediamo appaia molto più “luminoso” di qualunque giallo emesso dagli altri coloranti che, poveretti, non sono in grado di elaborare e riemettere i raggi ultravioletti in un colore del visibile.
A questo punto puoi immaginare come sia bello osservare l’abito fluo sotto una lampada a raggi ultravioletti. Quasi i nostri occhi non captano l’ultravioletto, ma l’abito magicamente “si accende” ed emana luce gialla!
Come riconoscere i colori veramente fluo?
Si possono distinguere i colori fluo dai colori brillanti, che sono belli e luminosi, ma non fluo.
I colori fluo, lo abbiamo detto, hanno la proprietà di assorbire la radiazione ultravioletta e traslarla in un colore che riemettono. Ne consegue che, per capire se un colore è fluo oppure no, basta guardarlo sotto una luce ultravioletta. Se il colore rimane scuro non è fluo, se si illumina emettendo luce colorata, allora è fluo.
La luce ultravioletta (oltre che in discoteca) si trova nelle lampade per controllare le banconote e in alcuni tubi al neon, riconoscibili dal vetro scuro invece che bianco. Queste sono chiamate lampade “a luce di Wood” o lampade a luce nera. Oggi esistono anche torce led che emettono luce ultravioletta.
I colori brillanti sono tinti con coloranti di valore, ma non sono fluorescenti perché in luce ultravioletta non si “illuminano” e non emettono alcuna luce colorata.
Purtroppo, i coloranti davvero fluorescenti sono pochi!
La capacità di traslare radiazioni ultraviolette in uno specifico colore è una prerogativa di cui godono poche molecole!
Quali sono queste molecole speciali? Basta guardare gli evidenziatori sulla nostra scrivania.
I colori fluo sono quei pochi che osserviamo: un giallo, un arancio, un fuxia, un verde. Tutto qui.
Dimenticavo: l’azzurro è un brillante, ma non fluorescente (con buona pace degli evidenziatori!).
Colori fluo e composizione dei tessuti
I coloranti fluo sono pochissimi, come abbiamo visto prima. Ma c’è di peggio: per alcune fibre non esistono nemmeno i coloranti fluo corrispondenti alle quattro tonalità ben note!
Inoltre vi sono differenze sostanziali fra tinture di filati e tessuti, stampa di tessuti, tinture in capo.
Se sei del mestiere, conviene che ci addentriamo in qualche dettaglio tecnico.
TINTURA IN FILO E IN PEZZA
Tessuti e filati possono essere tinti con colori fluorescenti con alcune distinzioni e limitazioni in base alla composizione fibrosa. Ecco i casi delle seguenti principali fibre.
Cotone, lino, modal, viscosa (fibre cellulosiche)
Abbiamo soltanto un giallo fluorescente. Tutti gli altri colori possono essere eseguiti con tonalità brillanti, ma ahimè non fluorescenti. Il giallo fluorescente esiste fra i coloranti diretti (si chiama Flavina) e fra i coloranti Reattivi, ma non esiste nella gamma dei coloranti al tino.Il giallo fluo diretto è poco solido ai lavaggi e alla luce. Il giallo fluo reattivo è costosissimo, ragione per cui l’impiego è sostanzialmente limitato all’abbigliamento tecnico per cui è richiesta l’alta visibilità (p.e.: cotone delle tute gialle della protezione civile).
Lana, seta, cashmere
Per queste fibre ci sono coloranti che consentono una buona fluorescenza nei colori giallo e fuxia. E’ possibile ottenere una certa fluorescenza anche nei colori arancio e verde mela. Il verde si ottiene per miscela di giallo fluo con turchese che però non è fluo: questo comporta che la fluorescenza si mantiene fino a determinati dosaggi di turchese, dopo di che “si spegne”. Ne consegue che solo i verdi “acidi”, i cosiddetti “verdi lime”, sono fluo; quando ci si sposta verso il verde smeraldo, la fluorescenza cessa. Circa le solidità occorre fare attenzione soprattutto alla luce: alcuni coloranti hanno solidità molto scarse.
Poliammide (nylon) e poliestere
Con coloranti opportuni di natura specifica, queste fibre si prestano bene a tinture fluo, sempre limitatamente alla gamma giallo, arancio, fuxia, verde.
Acrilico
Anche questa fibra, con coloranti specifici differenti per struttura chimica, può essere agevolmente tinta in colori fluo nelle consuete tonalità giallo, arancio, fuxia, verde. Su acrilico esiste in più uno scarlatto molto bello. Su questa fibra si raggiungono buone solidità generali.
STAMPA
Decisamente nella stampa ci sono meno problemi rispetto alla tintura.
I processi di stampa dispongono di pigmenti fluorescenti di tutti i colori fluo noti, che restano in ogni caso sempre quelli: giallo, arancio, fuxia e verde.
La pigmentazione di tessuti mediante processi di stampa è soggetta ad alcune limitazioni di solidità: per esempio le solidità allo sfregamento (soprattutto ad umido) sono modeste, mentre restano accettabili quelle ai lavaggi.
TINTURA IN CAPO
Su cotone, come si è detto, esiste solo il giallo diretto (poco solido) o reattivo (costosissimo).
Diversamente, operando su capi confezionati, invece di tingere si può fare ricorso alla cosiddetta pigmentazione. Questo processo differisce dalla tintura perché si impiegano pigmenti che “verniciano” superficialmente fibre e tessuto, ottenendo effetti di colore lievemente melange. Questa tecnica consente di produrre capi in colori fluo, che però risultano essere poco solidi allo sfregamento e connotati da una mano un poco rigida e “sintetica” a causa dei leganti cui si deve ricorrere per consentire al pigmento (che tecnicamente “colora”, ma non “tinge”) di fissarsi sulla fibra. I colori, forse non occorre ripeterlo, sono sempre quelli classici della gamma fluo, ovvero giallo, arancio, fuxia, verde.
Grazie per aver letto questo post e buon lavoro!
(pubblicato 06 mar 2019 – rev 2 del 7/3/19))