Antimacchia e idrorepellenti 2. Trattamenti

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Prestazioni e vincoli di prodotti tessili idro-oleorepellenti 

In questo articolo parliamo della determinazione di trattamenti idro-oleorepellenti e antimacchia, con cenni agli emorepellenti, in funzione delle caratteristiche desiderate, dei Paesi di vendita e dei prodotti tessili da trattare: tessuti, etichette, patch, nastri, ricami, calzature, abbigliamento protettivo, ecc.

Se hai un capitolato o delle specifiche tecniche da rispettare, direi che potresti passare direttamente alla parte 3. riguardante norme e metodi di misura.
Se invece pensi di migliorare un tuo prodotto, ti invito a definire il meglio possibile i requisiti realmente utili, così da renderlo efficiente, competitivo e apprezzabile dai tuoi clienti.
Potrebbe anche esserti utile la parte 1, in cui trovi una panoramica di termini e significati.

In questo articolo ti fornisco alcuni spunti di riflessione per aiutarti a definire il trattamento giusto per il tuo prodotto, presumibilmente tessile.

(1a pubblicazione: 28/08/2018 – Rev. 06 del 02.09.21)

 

Caratteristiche dei trattamenti idro-oleorepellenti di prodotti tessili

Una delle cose a cui pensare è come comunicare le caratteristiche tecniche al tuo cliente: per esempio nei social, in etichetta, nella scheda tecnica o con una certificazione vera e propria attraverso metodi di prova standardizzati (ne parlo in altro articolo). Questi aspetti da tenere in evidenza sono proprio le caratteristiche che ora esamineremo.

Tipo di lavaggio del prodotto tessile

Poniti dall’inizio il problema di determinare tipo e frequenza dei lavaggi. Alcuni prodotti non prevedono alcun lavaggio o necessitano di pochi lavaggi (magari “a secco”). Altri saranno bagnati molte volte: per esempio i costumi da bagno, o verranno lavati di frequente: tovaglie e tovaglioli. Per ciascun caso serve un trattamento giusto.

Prevedi se, quante volte e come, il tuo prodotto idrorepellente (o antimacchia, o emorepellente) verrà lavato o bagnato. Si dice che un lavaggio a secco equivalga a tre lavaggi in acqua in termini di degrado dell’effetto idro-oleorepellente. Non è detto che sia sempre così, ma qualcosa di vero c’è! 

 

Durata del trattamento 

Quanto deve durare l’effetto del trattamento? Qual è la vita utile del tuo prodotto? Occorre pensare a questo aspetto, perché la durata ragionevolmente prevista serve per determinare il tipo di trattamento da effettuare.   

 

Occorre stirare dopo il lavaggio? 

Dobbiamo capire se il trattamento deve essere di tipo LAD, che sta per Laundry Air Dry. Ti spiego.
Un tessuto impermeabile a bagno nell’acqua, prima o poi si bagnerà! Magari occorre lavarlo! In questo caso, le molecole che costituiscono la protezione idrorepellente non riescono più a tenere l’acqua “distante” dalle fibre tessili e queste, alla fine, si bagnano. Quando (finalmente) ciò accade, l’acqua “scompiglia” le molecole costituenti lo strato impermeabile che ricopre la superficie delle fibre.

Il tessuto viene poi asciugato, ma non è detto che si ripristini l’idrorepellenza. Perchè ciò avvenga, bisogna “riallineare” come “soldatini” le molecole di protezione idrorepellente. Questo si fa passando un ferro da stiro caldo (attenzione alla temperatura: osserva il numero di “pallini” in etichetta). E’ un rimedio semplice.

Ci sono casi in cui lo stiro dopo lavaggio non è agevole, o non è previsto: p.e., nessuno stira il costume da bagno dopo l’asciugamento… 
Se prevedi che il tuo prodotto non debba essere stirato dopo i lavaggi, ti serve un trattamento con effetto LAD.
Con trattamenti idrorepellenti di tipo LAD, basta asciugare e il tessuto perchè ritorni impermeabile, senza necessità di stiro.

 

Fluoro: esistono trattamenti esenti (Fluoro-free) 

Per molti anni la totalità (o quasi) dei trattamenti impermeabili e oleorepellenti si è basata sulla chimica del fluoro.
Oggi, q
uesto elemento chimico è molto “chiacchierato”. Ha iniziato Greenpeace ponendo in luce alcuni effetti negativi sulla salute e sull’ambiente, e il mondo intero si sta orientando verso la sostenibilità e verso una chimica più “pulita”.  Per questa ragione, i trattamenti idro-oleorepellenti basati come su tradizionali composti fluorurati, sono oggi guardati con una certa diffidenza.

La chimica si è quindi messa all’opera ricercando trattamenti alternativi senza fluoro e l‘operazione ha avuto successo. Si veda per esempio il Progetto I-TEX cui abbiamo preso parte e che ha dato risultati molto soddisfacenti.
I trattamenti esenti fluoro comportano però una rinuncia: l’oleorepellenza. Ancor oggi, quest’ultima può essere ottenuta solo con trattamenti fluorurati.

Ecco la situazione attuale, in sintesi:

Trattamento Con Fluoro Senza Fluoro Altro
Antigoccia – Idrorepellente X X  
Impermeabile X X Oltre a eventuale necessità di membranatura
Oleorepellente X    
Antimacchia X    
Antisporco X X  
Soil release X    
Emorepellente X X Oltre a eventuale necessità di membranatura
Alcol repellente X    
Resistente a benzina X    
Resistente a gasolio X    
Resistente a acido solforico diluito X    
Resistente a soda caustica diluita X    

 

La vendita di prodotti tessili idro-oleorepellenti, antimacchia, emorepellenti

Vi sono un paio di ulteriori criteri importanti per la scelta del trattamento.

  • Il primo riguarda norme, disposizioni e/o restrizioni obbligatorie, eventualmente vigenti nel Paese in cui vuoi vendere il tuo prodotto: vanno rispettate.
  • Il secondo riguarda capitolati, regolamenti e/o certificazioni volontarie, che il tuo cliente ti impone, o che tu stesso decidi di adottare.

Tre raccomandazioni, prima di entrare nei dettagli:

  1. Informa sempre chi esegue il trattamento circa i Paesi in cui venderai il tuo prodotto: verranno così impiegate solo sostanze consentite;
  2. Considera che il produttore (probabilmente tu!) è responsabile di ciò che immette sul mercato: quindi accertarti che almeno i vincoli obbligatori siano rispettati; 
  3. Valuta l’opportunità di un fornitore certificato ISO 9001: questa norma ti assicura qualità di esecuzione e risultato, e rispetto delle specifiche, il che non è poca cosa. 

 

Vincoli obbligatori nei Paesi UE 

UE e Italia adottano in via obbligatoria quanto predisposto dall’Echa (European Chemicals Agency). Inoltre, tutte le sostanze chimiche impiegate nei trattamenti devono essere registrate Reach, in conformità ad un Regolamento Europeo (Registration Evalutation Authorisation of Chemicals, Reg. CE n.1907/2006), entrato in pieno vigore dal 1° giugno 2018. Tutte le sostanze utilizzate devono essere registrate, diversamente non si possono impiegare.   

Come verificare il rispetto delle norme obbligatorie in Europa

Molto dipende da dove viene effettuato il trattamento.

  • Trattamento eseguito in Italia o in Paesi UE. La conformità Reach non dovrebbe essere un problema: le sostanze impiegate in Europa oggi dovrebbero essere tutte conformi al Reach. Sulle disposizioni Echa (es.: impiego di sostanze cosiddette “C8” e “C6”) suggerisco di richiedere evidenza per scritto al fornitore.
    I fluorurati “C8” hanno performances migliori, ma non si possono più impiegare (tranne rari e circoscritti casi).
  • Trattamento eseguito in Paesi extra UE (p.e. Cina, Bangladesh, Turchia, ecc.). In questo caso occorre prestare attenzione. Per vendere in UE devi accertare che le sostanze impiegate siano conformi alle norme Europee. Questo non è sempre facile, perché ti devi fidare di quello che ti dichiarerà un fornitore lontano… Se costui non dovesse dirti il vero, in caso di contestazioni del tuo cliente ti sarà difficile rivalerti. Per un semplice trattamento idrorepellente eseguito fuori UE, non sarà facile (né economico) capire se le sostanze impiegate siano o no conformi al Reach e alle disposizioni Echa. Quindi valuta attentamente se convenga importare o commercializzare materiali prodotti fuori UE con questo genere di trattamenti.

 

Vincoli obbligatori nei Paesi extra-UE 

I Paesi fuori dall’Europa hanno norme e disposizioni differenti dalle nostre. Anche gli USA hanno altre regole. Lo Stato della California adotta la Proposition 65 (Safe Drinking Water and Toxic Enforcement Act). Non è facile, nè scontato, poter soddisfare queste disposizioni.

Come verificare il rispetto delle norme obbligatorie in Paesi non UE

Anche qui, molto dipende dal dove viene effettuato il trattamento

  • Trattamento eseguito in Italia o in Paesi UE. Ci si attiene di solito solo a sostanze registrate Reach, ma questo può non essere sufficiente per la vendita in mercati extra-UE. Negli Stati Uniti, come detto, vigono altre norme, in California c’è la Proposition 65, in Canada altre disposizioni. Il tuo fornitore deve conoscere le norme del Paese in cui venderai e, soprattutto, deve essere in grado di eseguire un trattamento che dia le prestazioni attese e nel contempo sia conforme alle norme di quel determinato Paese. Ragione di più per ricorrere a un fornitore certificato ISO9001.
  • Trattamento eseguito in Paesi extra UE (p.e. Cina, Bangladesh, Turchia, ecc.). Qui la situazione si fa critica! Sei in Italia, importi un materiale con questi trattamenti e lo vendi fuori dall’UE. C’è da lavorare parecchio per capire le norme da rispettare nel Paese dove vendi, imporle al tuo fornitore (che sta fuori dall’UE) e verificare che esso vi si attenga.
    Puoi chiedergli tutte le dichiarazioni possibili, ma sarà difficile che tu possa essere certo che le sostanze impiegate nei trattamenti siano conformi alle norme che hai richiesto. La responsabilità è soltanto tua, quindi devi stabilire se fidarti o no di quel che il fornitore ti dichiarerà. Potresti rivolgerti a un laboratorio accreditato e chiedere delle analisi: ottima idea, ma ti costerà tempo e non poco denaro (e, se un parametro fosse fuori posto, non dovresti vendere la merce).

 

Vincoli e norme volontarie 

Questi vincoli riguardano essenzialmente la presenza o meno di fluoro e, se lo desideri o ti è imposto, la conformità a certificazioni di prodotto volontarie.

Se vuoi dare evidenza alla sostenibilità, opta per un trattamento esente da fluoro (a patto che sia possibile: vedi la tabella sopra). E’ una scelta, ma talvolta sarà il tuo cliente a chiedertelo e quindi lo dovrai fare per forza. Attenzione però: se ti viene chiesto anche l’effetto oleorepellenza o antimacchia, non esistono ancora sostanze idonee che possano conferire queste proprietà senza fluoro.

Esistono poi regolamenti e standard volontari che limitano la presenza di molte altre sostanze chimiche oltre al fluoro, o che limitano composti residui del fluoro, che sono una miriade. Norme volontarie in tal senso sono, p.e.: Oeko-Tex, ZDHC, Gots, BlueSign, Camera della Moda Italiana, Detox di Greenpeace. Si tratta di regolamenti privati, volontari, per i quali – se deciderai o sarai obbliogato ad attenerti – ti consiglio di fare alcune scrupolose valutazioni preliminari. Questi standard non sono “medagliette” facili da conseguire! Parlane prima con il tuo fornitore e valuta attentamente che cosa comporti essere conformi a una di queste certificazioni volontarie o alla MRSL di qualche brand.

Dopo di che, dovresti anche trovare il modo per controllare il rispetto del previsto standard e questo può essere un bel problema! In alcuni casi potrebbe anche accadere che determinati trattamenti non possano essere eseguiti, oppure che vi siano obblighi di misura di determinate sostanze presenti nel tuo prodotto tessile in parti per milione, e questo ti comporterà tempi e costi aggiuntivi non lievi, né trascurabili.  

Caratteristiche dei tessuti destinati a trattamenti idro-oleorepellenti

Non tutti i substrati tessili si prestano ugualmente bene ad essere trattati con idro-oleorepellenti e antimacchia. Per questa semplice ragione è importante capire in che cosa consista materialmente il tuo prodotto tessile, soprattutto se diverso da un comune rotolo di tessuto (cioè “in pezza”). In proposito, vi sono alcune regole generali che, se rispettate, si traducono in celerità di esecuzione, minori costi di trattamento e maggiore qualità del prodotto.  Entriamo un po’ nel merito.

  1. Stato del prodotto tessile da trattare

    Il substrato da trattare deve essere pulito. In questo caso “pulito” vuol dire esente da ammorbidenti, oli, oli da ricamo, cere e prodotti di finissaggio di varia natura. Se il prodotto tessile è pulito può essere trattato senza particolari lavorazioni preliminari; diversamente il prodotto deve subire un trattamento iniziale aggiuntivo allo scopo di eliminare del tutto (o il meglio possibile) ogni eventuale sostanza presente.
  2. Formato fisico del prodotto tessile da trattare

    Esemplifico per farmi capire. – Formato più comodo: tessuto in rotoli (p.e. pezze). – Formato più scomodo: pezzi piccoli e sfusi (p.e. piccoli ricami frastagliati, piccoli ritagli di tessuto, ecc.). Possiamo però trovare una modalità di trattamento per (quasi…) qualunque substrato tessile, anche se non sempre è facile o comodo. Per questo ti suggerisco di comunicare al tuo fornitore fin dall’inizio come si presenterà il materiale per l’esecuzione del trattamento. E questo sia a livello di prove iniziali che in eventuali produzioni successive. Quando il prodotto tessile ha un formato particolare, spesso torna utile riesaminare l’intero ciclo della sua produzione. Questo consente di capire come si presenti in ciascuna fase di produzione e consente di definire in quale fase sia più opportuno effettuare il trattamento idro-oleorepellente o antisporcamento. Etichette, patch, piccoli nastri e ricami possono essere trattati più agevolmente prima del frastaglio, quindi quando sono ancora in pezzi non troppo piccoli e possibilmente uniti p.e. su teli da ricamo aventi larghezze di decine di centimetri e lunghezze di alcuni metri (solitamente 5/10/15).
  3. Quantitativi da trattare

    In laboratorio è possibile trattare quantità anche ridottissime di prodotti tessili per le necessarie prove preliminari e messe a punto. Le produzioni successive vanno industrializzate, ed è bene tenere conto dei vincoli degli impianti di produzione fin dalle prime prove di laboratorio.  Per individuare la corretta tecnologia applicativa e determinare i relativi costi è importante avere prima possibile un’idea orientativa delle dimensioni dei lotti che potrebbero essere trattati successivamente, in produzioni su più larga scala.
  4. Casi difficili o impossibili Purtroppo ci sono anche casi (rari) nei quali risulta impossibile eseguire il trattamento. Sono fortunatamente pochi, ma capitano. Quasi tutti i  trattamenti vengono eseguiti in solvente base acqua: ciò significa che, quando si fanno i trattamenti, è sempre presente dell’acqua che bagna il tuo prodotto tessile.  Occorre accertare se la superficie o la struttura del prodotto tessile possa alterarsi o danneggiarsi nel momento del trattamento. Diversamente occorre un trattamento in solvente, decisamente meno agevole. Tutti i trattamenti base acqua prevedono un ciclo termico e anche in questa fase occorre accertare che il tuo prodotto tessile non abbia a risentirne o danneggiarsi. Diversamente occorre lavorare in solvente. Per tutti i trattamenti è bene prevedere prove preliminari, così da accertare esattamente il comportamento del substrato allo specifico trattamento necessario e le performances reali ottenibili. Qualche caso molto speciale è capitato: molte volte il problema lo abbiamo risolto, rare volte purtroppo no. E in questi casi si deve, ahimè, rinunciare al trattamento…

  Buon lavoro e… buoni trattamenti!                                  

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